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recupera il ruolo dell'architettura come arte omnicomprensiva (o universale), disciplina dell'intelletto e dello spirito, e pratica sociale per eccellenza.
cambia radicalmente l'atto dell'architettura, in linea con il modo in cui operiamo nella natura: distinguendo e ordinando, scegliendo le colture, ripulendo e dissodando il terreno, seminando.
rivaluta il ruolo dell'architetto come orchestratore di pratiche sociali, creando aggregazione e indirizzando le persone a pensare e agire in modo nuovo.
si appropria di aree urbane tramite l'architettura e le trasforma in spazi di pubblico utilizzo per l'arte e l'educazione.
motiva l'azione umana: intelletto e materia allineati e ispirati, mai dissociati.
è un invito dell'Architetto Florencia Costa ad abbandonare l'architettura convenzionale e abbracciare una nuova pratica architettonica.
Intreccia entrambi i temi lungo l’asse dei ricordi e delle imprese personali in modo piuttosto allentato, legando e slegando dal passato, nonostante siano tuttora molto presenti, frammenti geografici, biologici, letterari e architetturali di Venezia.